Testo e Foto: Edoardo Brotto
Il tempo dei giganti
Fotocamera digitale reflex 35mm, treppiede, obiettivo ultra grandangolare.
Panoramica di 300° orizzontali e 160° verticali.
La strada verso Giove
Fotocamera digitale reflex 35mm, treppiede, obiettivo ultra grandangolare (14mm).
Singola esposizione durante la Luna piena. Sfumato dalle nuvole, Giove nella parte alta-centrale della fotografia.
Deep Purple
Fotocamera digitale reflex 35mm, treppiede, obiettivo grandangolare (26mm).
Singola esposizione al sorgere della Luna piena al crepuscolo. Il forte vento unito al tempo di scatto lungo ha reso il movimento delle nuvole come delle pennellate di colore.
Dove nascono le Stelle
Fotocamera digitale reflex 35mm, treppiede, obiettivo ultra grandangolare (18mm).
Doppia esposizione per bilanciare l’estremo buio delle montagne ed il cielo stellato.
Armonia della notte
Fotocamera digitale reflex 35mm, treppiede, obiettivo ultra grandangolare (14mm).
Singola esposizione di un’ora e venti minuti. Negli ultimi venti minuti di scatto il sorgere della luna al primo quarto ha dato luminosità uniforme alla scena. Il movimento delle stelle è dovuto alla rotazione terrestre, al centro del “vortice” si trova la stella polare.
Into the Blue
Fotocamera digitale reflex 35mm, treppiede, obiettivo ultra grandangolare (14mm).
Singola esposizione durante la transizione fra l’ora blu e la notte.
L’abbraccio della notte
Fotocamera digitale reflex 35mm, treppiede, obiettivo ultra grandangolare.
Panoramica di 190° orizzontali e 92° verticali.
Volando verso l’Universo
Fotocamera digitale reflex 35mm, treppiede, obiettivo ultra grandangolare (16mm).
Scatto singolo. Le due strisce luminose sono stelle cadenti.
Sono profondamente affascinato dall’Universo per cui uno dei miei progetti fotografici ha come tema le “stelle nel paesaggio” ed è ambientato prevalentemente in Dolomiti. Quando scende la notte, i luoghi meravigliosi che siamo abituati a vedere in luce diurna cambiano radicalmente aspetto e regalano sensazioni uniche, misteriose, fatte di suoni e silenzi.
La fotografia così come la intendo, è un binomio indissolubile con la Natura e la montagna, tramandarne la bellezza è il suo unico fine. Fotografo spesso in solitaria, ammiro le enrosadire e attendo in tranquillità la notte dove il cielo si riempie di stelle e la Via Lattea fa da vera e propria corona ai picchi dolomitici. Fotografare di notte richiede grande preparazione tecnica, precisione e concentrazione. Una delle cose che preferisco è includere tutta la Via Lattea in una singola fotografia tramite l’unione di n fotografie in una panoramica. L’estate, con la Via Lattea allo zenit, è il periodo che presenta le maggiori difficoltà di esecuzione per il vastissimo angolo di campo (verticale ed orizzontale) da coprire; è una sfida contro il tempo, la Terra si muove piuttosto velocemente e la Via Lattea “si sposta” di molti gradi rispetto al soggetto di ripresa (le Dolomiti, in questo caso).
Tuttavia, nonostante la difficoltà, il risultato è un glorioso arco che corona le vette. Durante la fase di scatto non c’è spazio per le emozioni o pensieri, l’emozione è un processo che lascio al “dopo”, un qualcosa che si radica nel ricordo e quindi nelle fotografie stesse. Terminato il “lavoro” invece, non c’è nulla di più straordinario che distendersi sui prati, sulla neve o sulle rocce di una vetta, e perdersi semplicemente nell’infinità della volta celeste. La solitudine va coltivata, la Natura e la montagna fanno da ponte verso il ritrovare se stessi; la notte apre squarci verso i meandri dell’Universo e il pensiero vola, la fotografia è un ricordo della bellezza vissuta.
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