Testo: Ruggero Sartoretto e Luciano Gadenz - Guida Alpina | Foto: Pierluigi Orler
Un uomo capace di trasmettere la propria professionalità della montagna come guida alpina, maestro di sci e responsabile del soccorso alpino per anni, ma soprattutto come uomo che ama la montagna in tutte le sue forme
di Ruggero Sartoretto
Edoardo Zagonel, Edo, o meglio lo zio Edo: quello che tutti vorrebbero avere. Un uomo capace di trasmettere la propria professionalità della montagna come guida alpina, maestro di sci e responsabile del soccorso alpino per anni, ma soprattutto come uomo che ama la montagna in tutte le sue forme e capace di trasmettere valori e ricordi da lui vissuti e renderli insegnamenti di vita.
Ricordo escursioni da lui guidate con turisti: trovava sempre il modo di coinvolgerci come se anche un bambino di montagna sapesse già tutto di essa.
Durante la camminata, quando nessuno sentiva, ci indicava dove abbandonare la comitiva uscendo dal sentiero, al momento giusto per raccogliere qualche buon fungo, o per ritrovare dopo anni residuati bellici riguardanti la prima Guerra Mondiale.
La storia della Grande Guerra, la guerra bianca combattuta anche sulle cime sopra San Martino di Castrozza, è la sua grande passione che lo ha portato negli anni a raccogliere una collezione di reperti, foto e diari di alto valore, fino alla pubblicazione di un libro dedicato proprio al conflitto nella valle di Primiero.
Ci osservava da casa con il suo binocolo quando in estate partivamo per una scalata, sulle classiche vie delle Pale e probabilmente tirava un sospiro di sollievo quando la cima era raggiunta ma a noi mai ha trasmesso un solo dubbio né preoccupazione. Amante delle montagne anche se in esse l’amore convive con le tragedie, conoscitore della storia da esse raccontata.
Brontolone e sempre critico su tutto quello che non si sposa a pennello con il proprio pensiero, ma capace di trovarne anche motivo per riderci sopra ed andare oltre, alla ricerca di quella semplicità che accompagna gli uomini che la montagna l’hanno vissuta con impegno, fatica e soddisfazione; la montagna dei pionieri, quella del rispetto per essa che a volte può tradire anche i più capaci ed esperti. Anche in quei momenti, a volte veramente difficili, non ha mai smesso di spingerci ad amare le montagne, la neve e tutto quello che loro ci danno.
Sì! Tutto quello che ho imparato della montagna lo devo a lui, al mio barba della cresima da me scelto ed ora ancor convinto che la mia scelta di bambino sia stata la migliore che potessi fare.<span class=”Apple-converted-space”> </span> Sono passati molti anni da quando ho iniziato a frequentare Edo ed ancora oggi, spesso, mi sorprende con i suoi ricordi, i racconti e la determinazione per far sì che le sue montagne vengano vissute ed ascoltate da tutti con rispetto.
di Luciano Gadenz
Per parlare di Edo Zagonel, si devono considerare ottant’anni delle vicende che hanno coinvolto maestri di sci, guide alpine, soccorso alpino, quindi un’esistenza che ha lasciato un segno significativo nella storia locale. Nasce nel 1930, in anni in cui a San Martino di Castrozza la famiglia Zagonel è molto conosciuta.
Edo cresce in casa del nonno Bortolo, in compagnia degli zii Carlo, Michele e Antonio, tutti guide e come “figlio d’arte” assimila passione e conoscenza uniche. Sviluppa ben presto un particolare interesse per il soccorso in montagna frequentando i corsi di soccorritore prima di quelli di portatore (oggi aspirante guida alpina). È proprio in questo campo che esercita la sua più importante attività, conducendo per molti anni la stazione del soccorso alpino di San Martino. In questa veste, partecipa ad un numero altissimo di interventi, ottenendo vari riconoscimenti internazionali. Come maestro di sci, solamente da poco tempo ha chiuso l’attività dopo essere stato a lungo nella scuola di sci e una sua anima per lungo tempo.
Oggi è considerato storico di riferimento per la Grande Guerra e archivista di tutto ciò che ha collezionato in lunghe ricerche bibliografiche, negli archivi militari italiani e austriaci e con grande sforzo personale ha allestito presso la sua dimora un locale-museo aperto ai visitatori dove sono raccolti cimeli e residuati bellici di grande interesse. La visita è impreziosita dalla sua presenza che con disponibilità e competenza racconta episodi e curiosità del fronte. È autore con Fiorenzo Simion del prezioso libro “Storia e ricordi della Prima Guerra Mondiale in Primiero”, ed. Beato Bernardino Feltre, e viene citato in altre pubblicazioni tra cui “Aquile in guerra” della Società Storica per la Guerra Bianca.
Particolarmente interessante è sentirlo raccontate la motivazione che ha fatto nascere la sua passione per i fatti bellici. Edo è una persona schiva, non ama il clamore e le interviste, è di poche parole, un po’ brontolone, ma quando racconta questo episodio, si apre in un sorriso distensivo. Gli era stato chiesto di accompagnare dei visitatori sul Colbricon dove era morto e disperso un loro caro famigliare. Secondo quanto era stato loro comunicato, il corpo non era stato ritrovato, perché gli Austro-Ungarici consumavano le carni dei nemici. La propaganda militare spesso raffigurava il nemico come un mostro capace delle azioni peggiori e insensibile ad ogni forma di dignità umana. Una notizia così sconvolgente, ha avviato in Edo una spasmodica ricerca di conferma attraverso la consultazione di tutto ciò che fosse reperibile in archivi, libri, diari, testimonianze dirette, escursioni, ma chiaramente senza trovare nessuna conferma. Riparlandone, sorride, ma da questa ricerca è nata tutta la sua profonda passione.
Il rammarico per molti anni è stato quello di voler mettere a disposizione del pubblico il materiale raccolto, ma di non trovare una collaborazione. Ora sembra che quest’obiettivo sia a portata di mano, grazie al Gruppo Alpini e alla disponibilità del Demanio provinciale che ha messo a disposizione uno stabile presso la stazione forestale di San Martino di Castrozza in cui esporre la collezione di Edo con fotografie, documenti bibliografici e cimeli di guerra.