Testo: Fabio Piccinini - Guida Alpina | Foto: Herman Crepaz, Marius Schwager, Stefan Schlumpf
”… Ogni volta che attraverso questi luoghi, il cuore si riempie, lo spirito si rafforza e ogni respiro mi carica di emozione!”
Credo che molti sciatori, sia pure con varie sfumature lessicali, abbiano avuto le stesse sensazioni, quando visitano queste montagne al di fuori delle piste battute. Chi non prova tali emozioni, forse è perché non si vuole allontanare dalla vita quotidiana dettata dal risultato finale, da ritmi frenetici e continue scadenze. Ma questo non è lo sci fuoripista come lo intendo io: per me significa semplicemente “sentirsi parte dell’ambiente e con esso libero.”
Siamo in estate… i pantaloni sono ormai corti e magari per parlare di sci non è il momento giusto. Ma forse è un bene essere lontani dai mille termini che ci bombardano d’inverno: freeride, powder, rocker, backcountry, cliff, touring, ski-alp race, cartelloni pubblicitari con evoluzioni impressionanti, la corsa alla prima traccia e alle foto da pubblicare sui social network che ci danno false illusioni sulle condizioni del manto nevoso. Nella stagione invernale c’è parecchia frenesia e ci sentiamo quasi obbligati dai tempi a portare a casa “Quella discesa”. Difficilmente è contemplato il cambio di itinerario o il rinvio, per non parlare di una rinuncia.
Parlarne ora prima della stagione invernale, dovrebbe farci riflettere e capire che la frenesia, le mode, le date, “el sabo e la domenega”, sono concetti da lasciare a chi frequenta le piste di sci. Noi, che pratichiamo questo sport, dovremmo assorbire un po’ di tranquillità da queste montagne che ci circondano e far si che le nostre scelte siano date da valutazioni consapevoli che, con l’aggiunta della neve, del divertimento, della solitudine e del senso di libertà, danno la formula perfetta del vero freerider o scialpinista. Non sto parlando di persone diverse, ma di mentalità che cambia nell’approcciarsi a discipline diverse.
Ricordiamoci che le montagne d’inverno “le e come le femene” : bisogna accarezzarle nel momento giusto, specialmente dove non batte il sole e quando le condizioni lo permettono… perché se la conseguenza negativa col gentil sesso probabilmente è un schiaffo, beh la montagna può essere molto più pericolosa!
Premesso questo vediamo cosa hanno di speciale questi luoghi.
San Martino di Castrozza, Primiero e la Valle del Vanoi sono le località che danno accesso ad un mondo di sci. Pale di San Martino, Lagorai, Vette Feltrine e Cimonega sono il palcoscenico ideale per le vostre avventure invernali. Negli ultimi anni, si punta molto al freeride, a giusta ragione, come rilancio di questa zona. Perché qui trova il suo terreno ideale e sono molte le iniziative a riguardo. Una menzione speciale va al “King of Dolomites” che con la geniale semplicità di un contest fotografico sta dando internazionalità alla località di San Martino di Castrozza.
Tempo fa il famoso rider Bruno Compagnet in visita in Val Cigolera, rimase sorpreso di non aver incontrato nessuno a sciare, nemmeno locals, in una giornata di neve spettacolare. Ma non era affatto così, perché quella sera, davanti alla classica birra, si scopre che c’era chi aveva tracciato verso Gares, qualcuno sul Colbricon, chi su Forcella Lago Negro, non sono mancati quelli che si sono avventurati in Val di Roda… La magia di queste montagne è proprio questo: ti danno l’impressione di essere l’unico, ma è solo perché c’è veramente tanto spazio per giocare.
Negli ultimi anni non si è scoperto nulla di nuovo, si è sempre fatto “forapista e neu fresca” sulle Pale, ma c’è ora la volontà di far conoscere ed aprire finalmente a tutti questi luoghi spettacolari, a beneficio dell’utente e dell’economia turistica del territorio. Da sempre la gente del posto parla grossolanamente di “forapista” e già quando gli sci erano “lunghi e stretti” si era scoperto e disceso un po’ ovunque. Sciate, queste, che se fossero effettuate ora, per la prima volta da riders professionisti, verrebbero pubblicate su molte riviste patinate. Ma vuoi forse per gelosia, o per il modo schivo di essere della gente del posto, questo patrimonio è rimasto nascosto ed inespresso.
Spero che gli sciatori più ispirati vengano incuriositi a scoprire l’avventura in queste montagne e possano venire a cercare le proprie linee nella magnifica powder dei primi mesi invernali e nel più stabile firn primaverile, che siano essi atleti di scialpinismo, sci escursionisti o riders estremi, avendo sempre l’impressione di essere i primi a varcare questi luoghi.
Pale di San Martino: un mondo di freeride per tutti i gusti e grado di difficoltà in luoghi senza paragoni. Una parte più a nord selvaggia e faticosa, quella centrale più comoda -che grazie alla funivia della Rosetta e a brevi salite con le pelli- da accesso a immense discese tra torri e cuspidi di dolomia.
Lagorai: tanta neve, boschi, alpeggi e sopra i 2000m montagna vera con panorami mozzafiato. Questa riesce a soddisfare il più instancabile atleta di scialpinismo con dislivelli importanti ma anche il movimento più “plaisir” cioè quello di chi va in montagna alla ricerca di tranquillità.
Cimonega e Vette Feltrine: d’inverno prendono le sembianze di una catena himalaiana (in miniatura), la vetta simbolo è il Pavion, dalle forme geometriche quasi perfette, una gita da non perdere. La parte più interna diventa terreno d’avventura primaverile con ripidi canali da salire con picca e ramponi per poi ridiscendere “stringendo le chiappe”.
Questi ambienti spettacolari non vanno sottovalutati e per la loro morfologia richiedono grande esperienza valutativa. Nel dubbio rivolgetevi ad una Guida Alpina.
In conclusione “dal forapista e neu fresca” al “freeride e alla powder” diverse cose sono cambiate, dall’attrezzatura al numero di persone che frequentano questi luoghi. Ma due fattori non sono cambiati: la bellezza di queste montagne e le sensazioni che provo “ …ogni volta che attraverso questi luoghi il cuore si riempie, lo spirito si rafforza e ogni respiro mi carica di emozioni!”
… bone siade!