Adrenalina pura

La Ferrata Bolver-Lugli

Testo: Manuela Crepaz | Foto: Luciano Gadenz - Guida Alpina

L’intitolazione della ferrata a Bolver Lugli è stata un’idea di Renzo Debertolis. E allora, merita andare a ritroso nel tempo con Roberto, il figlio, che frequenta San Martino di Castrozza da una vita. Da tipico montanaro cittadino, si presenta con un lungo Loden verde e cappello di feltro per ripararsi dalla neve. L’appuntamento è, non a caso, all’Enoteca da Renzo. Lui non c’è, ma si respira la sua presenza. Matteo ci accoglie calorosamente, Roberto è di casa. Ci prendiamo un buon bicchiere di vino rosso – ne seguiranno degli altri… – e cominciamo la conversazione.

La famiglia Lugli, originaria di Modena ma residente a Mestre, dove Bolver è notaio, scopre Primiero negli anni ’50. Roberto racconta: “Sono nato a Mestre, ma ho imparato a camminare a Villa Trieste, alle Tressane. Mio padre decise di acquistare un terreno a San Martino e nel ’60-’61 costruisce Ca’ dei Legni. Amava San Martino tanto da fondare, assieme ad altri frequentatori assidui del paese, la Comunità di San Martino”.

Siamo nei pieni anni ’60 e lo scopo del gruppo era principalmente quello di difendere il paese dalle speculazioni edilizie. “In quel periodo si è formato un bel legame con i residenti, soprattutto con Renzo Debertolis e i suoi fratelli Marco e Daniele, con Edoardo Zagonel, e non solo io, ma anche i miei figli ci torniamo volentieri”, continua Roberto e si fa serio. “A questo punto, mio padre muore tragicamente”.

Era il 17 maggio 1968. L’incidente deve aver sconvolto l’amico Renzo, tanto che un anno dopo, assieme a Edoardo Zagonel e Piero De Lazzer, fanno visita alla signora Nerina Odicini e propongono l’intitolazione al marito della ferrata che avevano intenzione di tracciare sul Cimon della Pala.

Scopro che Roberto Lugli è salito la prima volta con Renzo Debertolis a sedici anni in occasione dell’inaugurazione e l’ultima accompagnato dalle sue due figlie gemelle e “scortato” da Luciano Gadenz: “Ma la prossima estate la ripeterò con Narci Simion e mio figlio Carlo!” A me sorge il dubbio che lo dica solo perché Narci è al tavolo con noi. Caro Roberto, ogni promessa è debito, e Narci ti aspetterà al varco…

La ferrata Bolver Lugli è stata inaugurata il 9 agosto 1969. L’intento della ferrata, spiega la guida emerita Giulio Faoro, al tempo capogruppo delle Guide Alpine, era quello di tracciare una via più veloce che portasse al Cimone, seguendo con qualche variante la via Higusi dei tre fratelli Langes e che arrivasse alla Madonnina. “Benché pensassimo che fosse la via più logica dal Colverde, ci siamo resi conto che era comunque faticosa, ma ha avuto successo fin da subito”.  Il tracciato scelto si è dimostrato vincente: “Salivano anche cento persone al giorno, e ancor oggi è tra le più spettacolari delle Dolomiti”, dichiara Giulio Faoro orgoglioso. “Tracciata dalle Guide Alpine, ha avuto il grande supporto di Don Martino Delugan e degli studenti che portavano da mangiare alle guide che per un mese intero non sono scese a valle e dormivano nel bivacco”.

Aquile Magazine