Testo: Erwin Filippi Gilli

L’ESPLORAZIONE TURISTICO ALPINISTICA NELLA VALLE DI PRIMIERO

L’eterno dilemma: è venuto prima l’uovo o la gallina? E nel nostro caso, si è sviluppato prima un qualche tipo di sistema turistico o l’avvento dell’alpinismo esplorativo lo ha innescato? La domanda non è così banale come sembra, se solo si pensi a quali conseguenze ha comportato il turismo nello sviluppo della valle; ad un quesito complesso, consegue una risposta che non può essere semplice e tantomeno univoca.
Per cercare di fornire uno spunto di riflessione, perché tale deve essere questo contributo dato che l’argomento meriterebbe un volume e non poche righe, ripercorrerò la storia dei due primi alberghi di Fiera di Primiero: l’Albergo Gilli e l’Albergo Aquila Nera.

Il periodo storico in cui cominciano le vicende delle due strutture alberghiere è quello in cui Primiero fa parte dell’Impero Austro-Ungarico; è il periodo in cui Monte Croce- Pontet è il confine tra due stati ed è in funzione la dogana; è il tempo in cui per andare a Trento sono necessari due giorni di carrozza ed il doppio attraversamento del confine (a Pontet e a Tezze Valsugana); è un periodo in cui la valle, non più ricchissima dato che l’apice dello sfruttamento minerario è passato, mantiene commerci con il Regno d’Italia, importando materie prime come le granaglie ed esportandone altre come il legname (e qui si potrebbe aprire una parentesi sull’universo della fluitazione dei tronchi lungo i torrenti) od il bestiame (e Fiera con i suoi 16 mercati di animali era il centro nevralgico degli scambi).
È in questo contesto che nascono e si sviluppano le due strutture alberghiere.

L’albergo Aquila Nera

Era l’edificio più antico tra le due strutture alberghiere essendo stato incluso nell’Estimo di Fiera del 1554 (che altro non è che l’elenco/descrizione delle proprietà a fini erariali).
L’albergo Aquila Nera inizia la propria attività alcuni anni prima dell’Albergo Gilli, nella seconda metà dell’Ottocento: il primo gestore è Giacomo Bonetti che nel 1860 trasforma parte della casa in una “Osteria con alloggio”: la struttura era composta da una stanza a piano terra (per i pellegrini) ed una matrimoniale al piano superiore. Il figlio di Giacomo ampliò di qualche stanza la locanda; alla sua morte, gli eredi Leopoldo ed Antonio continuarono la gestione dell’allora piccolo albergo. 
Lo sviluppo dell’esercizio si deve ai turisti inglesi e germanici che raggiunsero la valle di Primiero richiamati dalle imprese alpinistiche di alcuni loro connazionali. Dell’albergo scrissero in molti tra cui Amelia B. Edwards e Lucy Tuckett. 
Nella pubblicazione di Fortunato Frattini del 1885 l’albergo viene così descritto: “Simile a quello del signor Gilli è l’albergo Bonetti posto nel centro del paese, sulla contrada principale. Ha molte stanze da letto ben ammobiliate, sale da mangiare, ecc. Tutti e due questi alberghi sono egualmente raccomandabili per la prontezza del servizio e la squisita cortesia dei rispettivi conduttori, nonché per la facilità di ritrovare in essi quanto di confortabile si richiede a chi viaggia sui monti.”
Negli anni l’albergo passa di mano più volte fino ad arrivare al 1921 quando il proprietario diventa Ermanno Bonetti, colui che darà un forte impulso alla struttura.

Nel periodo antecedente alla Prima Guerra Mondiale l’albergo Aquila Nera, come riporta Cesare Battisti nella sua guida, era dotato di sedici stanze, venti letti, sale, servizio vetture e garage; negli anni Trenta, ovvero nel periodo di massimo splendore, l’albergo poteva contare su settantacinque stanze e, sul retro, su un ampio giardino alberato con gioco delle bocce e tavolini esterni.
Questi degli anni Trenta sono tempi di forte sviluppo turistico per la valle e per l’albergo ma, al contrario di tante favole, non esiste un lieto fine: nel 1937, il 13 marzo, un incendio distrugge completamente la struttura. Il proprietario decide di non riedificare più l’albergo ed al suo posto venne realizzata parte della piazza Battisti come la conosciamo ora.

L’albergo Gilli

Per chi si reca a Fiera di Primiero questo albergo si situava in corrispondenza dell’edificio azzurro in via Garibaldi (allora piazzale dello Stand ovvero del bersaglio); l’edificio è stato costruito tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800 e ciò è desumibile dal fatto che non compaia nell’Estimo di Fiera del 1757 ma sia presente in una mappa del 1829.
Nella pubblicazione di Fortunato Frattini del 1885 l’albergo viene così descritto: “All’estremità orientale del paese, di fronte al teatro e presso al torrente Cismone, è l’albergo Gilli di costruzione recente, aperto al pubblico solo da pochi mesi. Elegantemente ammobiliato ha 24 stanze da letto, con sale da mangiare, da lettura, da bagno, con annesso giardino e una terrazza dalla quale si gode una splendida vista: il Sass Maor colla cima Cimerlo alla vostra sinistra, le Vette di Feltre alla destra, la romantica valle di Canali di fronte […]”.

L’albergo è frequentato da numerosi personaggi illustri italiani ma soprattutto stranieri, uno dei quali fu il poeta Robert Browning; informazioni precise sul suo soggiorno a Primiero sono fornite dalla nuora, Fannie Coddington, in un suo libro che scrisse nell’intento di precisare le tante notizie inesatte che erano state pubblicate sul poeta dopo la sua morte. Dai primi di agosto 1889 Fannie ed il marito erano a Primiero “nel Tirolo italiano, proprio sotto San Martino di Castrozza nelle Dolomiti”, che avevano scelto come luogo di soggiorno per passare l’estate. Fannie così prosegue nel suo scritto: “Noi abbiamo trascorso alcune settimane tranquille e felici lì insieme in una semplice locanda, chiamata “Albergo Gilli”, dove sedevamo per molte ore al giorno nel giardino sul retro della casa, e dove i Gilli tenevano una volpe docile come animale da compagnia”.

La presenza nell’albergo di ospiti stranieri, inglesi in particolare, è testimoniata sia da un libretto di posta il cui il proprietario annotava tutte le lettere consegnategli dai villeggianti per essere inviate, sia da alcune copie de ‘The Illustred London News’ del 1892 conservate dalla famiglia Gilli.
Numerosi sono gli articoli di stampa che narrano dell’attività di questa struttura alberghiera: nel 1885 e nel 1889 l’albergo viene scelto come sede del XIII e del XVII congresso della SAT (Società Alpinisti Tridentini) ed a questa manifestazione potrebbe riferirsi la fotografia conservata nell’archivio di Luciano Zagonel e più sotto riprodotta.

Purtroppo, dopo circa vent’anni di attività, nel 1905, l’albergo chiuse e venne temporaneamente trasformato nella caserma del I° Reggimento Landesschüzzen Innichen e tale rimarrà fino allo scoppio delle ostilità con l’Italia.

Queste poche righe, che sicuramente non possono e non vogliono risolvere il dilemma iniziale, fanno però comprendere come lo sviluppo turistico/alberghiero di Fiera di Primiero in questo caso, ma chiaramente di tutta la valle, sia legato a doppia mandata all’esplorazione alpinistica dei nostri monti: di questo è buon testimone Ottone Brentari il quale, parlando della ferrovia Treviso- Belluno inaugurata nel novembre del 1885, ricorda Primiero dove sua madre è nata e scrive: “Questa bella conca delle Alpi, […], ed il gruppo grandioso delle Dolomiti di Primiero, sono tutte località visitate, illustrate con ogni cura e particolarità da un numero grande di valenti inglesi ed anche tedeschi […], non meno che da arditi salitori e da brillanti scrittori della fiorente Società degli Alpinisti Tridentini; ma furono e sono ancora poco visitate da alpinisti e turisti del Regno d’Italia”.

Questa forzatamente concisa ricostruzione storica non scioglie completamente il nodo iniziale ma certifica come l’alpinismo esplorativo inglese e tedesco abbiano avuto una importanza notevole; resta forse da chiedersi se, senza questa spinta esplorativa, le cose sarebbero state le stesse e la valle si sarebbe evoluta come la conosciamo, ma questo non lo sapremo mai.

Aquile Magazine