Testo: Manuela Crepaz con la collaborazione di Michele Salvadori| Foto: Valerio Pistoia
I quadri di Valerio sono la trasposizione artistica del mondo umano e animale in pura forma di colore e svelano una dimensione di gioiosa fantasia con solide radici nel reale.
Valerio Angelani disegna da sempre. I suoi schizzi di piccole dimensioni, con tratti prevalentemente a penna, ma anche a matita, sono cammei che trovavano spazio su ogni tipo di carta possibile: dal foglio sparso al tovagliolo del ristorante. Sono disegni minuti, che danno vita e corpo a stilizzazioni soprattutto di uccelli e animali da cortile. Forme e figure in bianco e nero, particolarissime nella loro completezza mai lasciata al caso.
Valerio comincia a cimentarsi nell’arte del colore al Laboratorio sociale, grazie all’intuizione del pedagogista Angelo Luigi Sangalli che suggerisce di scannerizzare al computer le sue figure mignon e portarle alle dimensioni di un quadro. Nel giro di due anni, Valerio affina la propria abilità pittorica sotto la guida e l’ala protettrice di Valerio Pistoia, poliedrico artista di Mezzano che lo ha seguito passo passo accompagnandolo a scoprire ed esprimere la propria inclinazione, e Michele Salvadori, che ha trascorso diciotto anni con lui, introducendolo prima all’arte della ceramica, poi sviluppando assieme il mosaico, finché lo ha seguito nella pittura. Ecco che i piccoli disegni sono stampati in dimensioni maggiori, su più fogli: la stampa è un riga blu, nulla più. I contorni sono ritagliati, la figura completa assemblata e applicata ad un fondo, in genere già preparato. Le tecniche proposte da Valerio Pistoia erano varie, predilette erano la foglia d’oro, di rame o d’argento. In questo, Valerio Pistoia era un mago.
Da là poi Valerio Angelani partiva con una serie di intuizioni sue a riempire le tante zone bianche vivacizzandole scegliendo tra le molteplici possibilità fornite da marcatori a tempera con inchiostro pigmentato a base d’acqua, i classici Uniposca: colori lucidi, vivaci, coprenti e anche duraturi. A lavoro terminato, si procedeva alla verniciatura con materiali protettivi e specifici utilizzati dai pittori per preservare le proprie opere.
La prima mostra a Palazzo Someda, “Bestiario per il terzo millennio” nel 2005 è stata un successo enorme. Inaugurata alle diciassette, alle diciannove tutti i dipinti erano stati già venduti. Ne è seguita poi un’altra con catalogo, organizzata dalla Cassa Rurale Valli di Primiero e Vanoi nel 2009.
La fama di Valerio è cresciuta e le richieste per un suo quadro sono aumentate: i committenti potevano scegliere il soggetto, ma chiaramente era Valerio che optava per gli abbinamenti di colore, pertanto ogni opera è diversa ed originale.
La gratificazione con cui la pittura ha saputo ripagarlo è stata grande: la sua autostima è migliorata e si è rinvigorita quando ha definito il proprio ruolo nel gruppo degli artisti del Laboratorio sociale e non solo, capitava che per strada lo fermassero e si complimentassero con lui, il sorriso soddisfatto e i suoi occhi luminosi erano le sue parole, la risposta della sua gioia. Attualmente, per motivi tecnici, Valerio non può più attuare questo tipo di espressione artistica, ma ciò che ha compiuto rimarrà un ricordo indelebile, una grande conquista per tutti, colleghi, operatori, famigliari e amici!